La rivoluzione dell’idrogeno è alle porte, ma quanto conviene?

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L’economia dell’idrogeno potrebbe essere la risposta sostenibile alla continua domanda di energia del pianeta. Dopo la rivoluzione del vapore, quella del petrolio, e quella solare più recente, potrebbe, infatti, essere il turno proprio dell’idrogeno e, il 2050, potrebbe davvero segnare la conversione definitiva all’uso di tale fonte energetica. I sistemi per la produzione di idrogeno si stanno evolvendo sempre di più, diventando sempre più efficaci ed efficienti, e saranno in grado di rispondere presto alle aspettative che tutti abbiamo su questa fonte alternativa.

L’IDROGENO E’…
Passare all’idrogeno conviene e questo perché occorre ridurre, ad esempio, l’inquinamento atmosferico grazie all’introduzione di auto ad emissioni zero.
L’idrogeno, infatti, è una tecnologia sostenibile perché l’unica emissione è costituita da acqua.
L’idrogeno, inoltre, è una fonte utilizzabile da tutti i paesi del mondo, e non, come il petrolio, in mano solamente a determinati stati che possono gestire indiscriminatamente i prezzi sul mercato.
L‘idrogeno è l’elemento più abbondante in natura ed è più efficiente del metano o dei più tipici combustibili utilizzati per i motori a combustione interna, o dei semplici motori diesel.

METODI DI PRODUZIONE E PROBLEMI DELL’IDROGENO
I problemi legati a questa tecnologia sono la produzione e lo stoccaggio dell’idrogeno. I metodi di produzione sono sostanzialmente due: si può estrarre dal gas naturale o dal carbone (rilasciando però in atmosfera discrete quantità di anidride carbonica), oppure si può produrre per mezzo dell’elettrolisi dell’acqua.

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NUOVE SPERIMENTAZIONI
Dati i due problemi che questa tecnologia comporta, ovvero produzione e stoccaggio, c’è già chi sta pensando di produrre idrogeno sfruttando uno scarico di acque reflue, come pubblicato dalla rivista scientifica Proceedings of National Academy of Science. Negli Stati Uniti, infatti, sono riusciti a realizzare una cella di elettrolisi microbica (MEC) che è anche in grado di produrre la corrente elettrica necessaria per innescare la reazione di generazione dell’idrogeno sfruttando la decomposizione batterica dei composti organici. In altre parole il sistema sfrutta la differenza tra l’acqua salmastra e quella dolce, per aggiungere l’energia necessaria all’innesco della cella, dimostrando così che l’idrogeno può essere prodotto dalle dai riversamenti delle acque reflue che giungono in mare.

Sempre negli Stati Uniti il Dipartimento dell’energia statunitense (DOE) si sta muovendo per stimolare e sviluppare nuovi sistemi di stoccaggio dell’idrogeno per i veicoli elettrici a celle a combustibile. Il Dipartimento ha infatti recentemente stanziato più di 7 milioni di dollari dedicati a 4 progetti sullo stoccaggio accuratamente selezionati. L’obiettivo è quello di sviluppare serbatoi capaci di conservare l’idrogeno in modo sempre più sicuro, abbassando i costi e migliorando le prestazioni delle tecniche di stoccaggio.

Ma anche in Europa il Regno Unito sta facendo la sua parte per diffondere l’uso dell’idrogeno come fonte alternativa. A Londra, infatti, verrà ospitata la prima rete di rifornimento di idrogeno in grado di alimentare 15 taxi, 5 scooter e diversi bus che verranno utilizzati durante i Giochi Olimpici del 2012. Il progetto si chiamaHydrogen Transport for European Cities (HyTEC) e prevederà l’utilizzo anche di unastazione di ricarica sospesa che permetterà il rifornimento dei mezzi.

Il futuro ad idrogeno è alle porte: preparatevi.











Arianna Mortellaro

Arianna Mortellaro Architetto

Formazione scientifica, spirito “siculo” e dinamico. Dai colleghi soprannominata “archignere” poiché architetto che si occupa di efficienza energetica in campo industriale. Per hobby scrive articoli da freelance, prepara il pane tutte le settimane e si cimenta come birraiola.