Dryline: un progetto “BIG” per salvare Manhattan

“Un’opportunità, una soluzione tangibile agli effetti dannosi dei cambiamenti climatici” così è stata definita la Dryline, il progetto di BIG, Bjarke Ingels Group per Manhattan dalla giuria del Global Holcim Award. Il progetto, che si è guadagnato il terzo posto, nasce dalla necessità di far fronte ai mutamenti causati dai cambiamenti climatici, attraverso sistemi intelligenti capaci di unire la funzione pratica ad un modo diverso di vivere la città e i sui spazi.

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BARRIERA O LEGAME?

L’approccio progettuale di BIG al progetto per Manhattan si basa sull’ambizioso principio di creare una barriera tra la città e l’acqua che non si ponga nei termini di un limite, ma che al contrario abbracci le due entità per creare una relazione dalla quale emergono situazioni e opportunità diverse. Ed è proprio la diversità degli spazi che vengono a crearsi che rendono interessante il legame tra lo spazio urbano e l’infrastruttura di difesa.

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Lower East Side

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Il cosidetto quartiere a basso reddito è stato sicuramente una delle sfide più importanti per la natura del luogo. Nato come una sorta di cementificazione e separato dal lungomare da un’imponente autostrada a sei corsie, non avrebbe di sicuro attratto investimenti importanti, ma il progetto, che prevede la realizzazione di nuovi punti panoramici e di nuovi spazi per lo sport ed il tempo libero, porterebbe ad un sensibile miglioramento della qualità della vita. Il Lower East Side si configura come una sorta di zona ludica dove assieme ai campi da gioco trovano spazio piscine all’aperto, percorsi pedonali e piste ciclabili nell’ottica di muoversi all’interno di un grande parco urbano lineare, una sorta di polmone attrezzato dell’isola.

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Ponti di Brooklyn e Manhattan

L’area tematica di Manhattan più a sud sposta la sua attenzione verso un’urbanità più presente ed è qui che lo studio BIG trova spazio per le attività quotidiane del commercio e del mercato che sfruttano spazi di risulta dell’ambiente metropolitano, trasformandoli e arricchendoli di vitalità e centralità. Un principio che lavora sul tema della rigenerazione urbana sfruttando lo spazio che già c’è e che deve essere riqualificato.

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Punta sud  

La parte più estrema dell’isola di Manhattan è affidata alla cultura, alla scoperta, alla conoscenza e ospiterà il nuovo Museo Marittimo con uno scenografico acquario naturale. È qui che il rapporto con l’acqua diventa fortissimo e dove la volontà di abbracciare il mondo terrestre a quello marino si fa più forte. Accettare il cambiamento e collaborare con esso è la strada per creare un sistema più complesso che non sia solo la grande opera.

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L’uragano Sandy che nel 2012 ha colpito New York ha aperto gli occhi sul tema dei cambiamenti climatici. I problemi, le mutazioni ed i sistemi di mitigazione ed adattamento che le città di un futuro poco lontano dovranno affrontare mettono in gioco tematiche interessanti anche dal punto di vista progettuale; è proprio là, dove il tema della sostenibilità si fa più forte, che il progettista deve dimostrare di avere una marcia in più e di saper lavorare per creare sistemi al servizio della città. Il cuore della sostenibilità si trova a livello urbano, perché è la città che muove gli aspetti dell’ambiente, dell’economia e soprattutto della socialità.

Luca Carlin

Luca Carlin Architetto

Nasce a Belluno dove attualmente vive dopo l'esperienza universitaria a Venezia e un piccolo assaggio di vita tedesca. Abbandona temporaneamente il sassofono contralto e lo sport per aprirsi a nuove esperienze e allo studio del tedesco. Nel tempo libero si interessa al design e al bricolage.