Alimentazione sana e autoproduzione di cibo a km zero: una fattoria urbana a Tokyo

fattoria-urbana-tokyo-h

Sempre più immersi nel solito tran tran metropolitano e vivendo in luoghi che ci offrono tanta tecnologia ma anche tanto cemento, asfalto e traffico, spesso sentiamo l’esigenza di un riavvicinamento alla natura. La volontà di cambiare stile di vita inizia spesso inizia da un’alimentazione più sana preferendo cibo a km zero, scelta a volta non proprio economica se non ricorrendo all’autoproduzione. Ma questi sono gli anni della crisi economica e dobbiamo fare i conti anche con un’altra esigenza, ben più concreta: trovare un’occupazione stabile e possibilmente ben retribuita.

Partendo da questi presupposti, un’azienda giapponese ha pensato di offrire una soluzione al problema dando letteralmente da mangiare ai propri dipendenti e offrendo loro un luogo dove poter svolgere il proprio lavoro rimanendo a contatto con la natura.

L’idea è stata concretizzata in una delle sedi di Tokyo della Pasona Group, azienda giapponese che si occupa dell’inserimento professionale in vari ambiti. Visto che nell’ultimo decennio pare essere tornato in auge il settore dell’agricoltura, l’azienda ha pensato di dedicare un intero edificio proprio a questo settore economico attraverso una fattoria urbana.

La primissima scelta green è stata quella di non costruire un edificio ex–novo ma di ristrutturarne uno già esistente, il tutto coi criteri della Urban Farm.

L’esperimento, ottimamente riuscito, mira a concentrare in un luogo prettamente urbano tutta unaserie di attività formative e divulgative riguardanti l’alimentazione sana e l’autoproduzione di cibo; si punta alla realizzazione di unsistema a kilometro zero, contando sulla partecipazione attiva dei dipendenti e di chiunque volesse avvicinarsi all’agricoltura, col supporto di una figura professionale specializzata che coordini i lavori necessari.
I prodotti alimentari ottenuti verranno poi preparati in loco e consumati dagli stessi dipendenti–coltivatori all’interno della mensa aziendale.

Il progetto è stato curato dalla Kono Designs , che ha saputo integrare le classiche funzioni di un edificio per uffici alle più innovative tecnologie di orticoltura urbana. Il programma è stato denominato “Symbiosis with Nature” e prevede piantumazioni sparse nei vari ambienti in ciascuno dei 9 piani dell’edificio.
Piante di vario tipo, da frutto o vegetali, si trovano sia nelle zone comuni che nei singoli uffici privati.

fattoria-urbana-tokyo-i

fattoria-urbana-tokyo-l

La tecnica adottata è la coltivazione idroponica, ovvero coltivazione fuori suolo: la terra è sostituita da un substrato inerte e la pianta viene irrigata con sostanze nutritive a base di acqua e composti inorganici che assicurano la corretta nutrizione minerale.

Il tutto supportato da impianti accuratamente progettati, da quello illuminotecnico, dotato di lampade HEFL, fluorescenti e LED, che mutano di intensità al variare delle fasi di sviluppo del raccolto, all’impianto di climatizzazione controllato, o al sistema di irrigazione automatico associato a quello di ventilazione artificiale, fondamentale per la realizzazione di processi specifici, come ad esempio per l’impollinazione della risaia della hall.

fattoria-urbana-tokyo-m

fattoria-urbana-tokyo-n

Già dall’esterno l’edificio manifesta il suo carattere green. La doppia facciata verde, va infatti ben oltre la risoluzione di un problema meramente estetico.

Essa è parte integrante di uno schema generale di agricoltura metropolitana, accogliendo essa stessa una coltivazione intensiva di circa 200 tipologie di piante, da frutto e vegetali; grazie all’ombreggiamento consente un notevole risparmio energetico, per non parlare del miglioramento della qualità dell’aria all’interno della fattoria urbana, con conseguente benessere di chi vi passa gran parte della giornata.

fattoria-urbana-tokyo-e

fattoria-urbana-tokyo-f

Pomodori rampicanti nella zona relax, una grande risaia all’ingresso, piantine di soia negli uffici, insieme a insalate, zucche e persino un campo di broccoli! Tutto garantito a livello qualitativo, a livello igienico–sanitario e anche quantitativo visto che la produzione è costantemente monitorata.

L’aspetto affascinante che ne scaturisce è decisamente moderno, ma quel che più importa è che si offre un valido contributo alla risoluzione di vari problemi sociali: disoccupazione, dipendenza dai cibi stranieri, carenza di terreni coltivabili, problemi che in Giappone si fanno sentire in maniera particolare.
E allora perché non provare a prenderne esempio anche noi? E chissà se un giorno non si possa tutti avere un piccolo orto nel nostro ufficio.

Marta Puleo

Marta Puleo Architetto

Rotella metrica come portachiavi, matita sempre in borsa, gira per la città sempre pronta ad appuntare qualcosa sul suo taccuino. Internet è la sua finestra sul mondo delle novità architettoniche. Ama sperimentare nuove tecniche costruttive, progetta case green e nel tempo libero si rigenera con Mojito:.il suo micione.