Abitare in una casa sull’albero. Le tree houses e l’esempio di Blue Forest

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Abitare una tree house ecosostenibile è sogno di molti. Realizzarlo è sempre più possibile. Il fascino di una casa sperduta e sospesa tra i rami di un albero è qualcosa di innato, un’immagine al tempo stessa potente e intima. Potente perché dà il senso di un contatto vero con la natura, un rapporto autentico, non mediato da muretti e recinzioni, che limitano il verde di un giardino allo scopo di proteggerlo dall’assedio della città circostante.

Intima perché tra le fronde si percepisce la sensazione di essere finalmente in una dimensione che è unicamente nostra e di nessun’altro, e questo perché in una casa sull’albero, lo si voglia o no, si torna inevitabilmente ad essere anche un po’ bambini. Riconosciuta questa innegabile virtù, bisogna anche ammettere che limitarsi a definire una treehouse da un punto di vista carducciano saprebbe un po’ troppo di retorico con retrogusto di “volemosebene”.

COS’E’ UNA TREE HOUSE OGGI
Perché mai scegliere di farsi una casa sull’albero allora? E soprattutto è una scelta fattibile?

Per prima cosa bisogna togliersi dalla mente l’idea che si tratti di abitazioni scomode e precarie, perché non è così. Tutti i comfort dell’era moderna sono ormai a disposizione anche del più incallito tecnodipendente. Certo, se credete di poter parcheggiare il SUV in un autorimessa sospesa tra i germogli di castagno o di starvene tutto il giorno davanti al vostro widescreen lcd da millemila pollici, forse dovreste chiedervi che cosa ci state a fare su un albero, dato che per tali attività un condominio di 10 piani nella periferia di Molfetta è più che sufficiente. Perciò il requisito principale e inderogabile è un amore profondo per la natura, il desiderio del suo contatto, e intendo un contatto reale, fisico, che si trasforma in una segreta gioia nell’accarezzare le gemme di un albero in primavera, e l’addormentarsi con il suono del vento tra le foglie e non più con il fragore degli autotreni e delle bisarche in transito sulla tangenziale nord.

Le case sugli alberi non precludono nulla a chi le abita, anzi, chi ha un giardino o abita fuori città prende sempre più spesso in considerazione l’ipotesi di una scelta del genere, anche perché le metrature possibili diventano sempre più importanti. È bene ricordare però che una megatreehouse di 5 piani sarebbe la negazione del concetto stesso di treehouse.

Appurato che siamo ormai lontani dal concetto di catapecchia fatta con quattro assi, proviamo a dare un esempio concreto e reale di cosa sia una treehouse oggi. Perché usare metafore quando c’è già la realtà a fornire il suo esempio?

LA ECO–PERCH DEL TEAM BLUE FOREST
La “Eco–PERCH” progettata dal team anglosassone Blue Forest, specializzato in case sugli alberi ecosostenibili, è una splendida treehouse pensata per essere costruita in 5 giorni al massimo, una casa/rifugio con una capienza di 4 posti letto, un monolocale tra i rami di 48 m2 (6x8m), con prezzi che oscillano a seconda del livello scelto per le finiture (70.000–85.000 €). Una casa vera e propria con tutta la dignità e i servizi di una residenza, ma con la magia di alloggiare in quota tra foglie e rami, cosa che non capita spesso.

Il legno, si è detto più volte, è la materia prima tra le più sostenibili in assoluto, che diventa automaticamente la scelta perfetta per una casa che si propone di albergare tra i rami, garantendo oltre ad un impatto minimo sull’ambiente, anche la sensazione che la casa sia una diretta emanazione dell’albero stesso, legno su legno, natura su natura. La progettazione ha fatto ormai grandi passi in avanti, e ormai è possibile costruire tali case senza intaccare l’albero, senza potature o inchiodature moleste, cosa che Blue Forest si propone sempre come obiettivo. Ferire l’albero significherebbe in fin dei conti ferire la propria casa, e quindi se stessi. L’analisi minuziosa dell’albero e l’accortezza del progettista restano sempre e comunque alla base dell’effettiva riuscita di tale proposito. Ma gli esempi degli ultimi anni sono sempre più incoraggianti e ci dicono che l’abitare sostenibile in armonia con la Natura (anzi, in questo caso in simbiosi) è una scelta sempre più fattibile e tutt’altro che irrazionale.

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Alberto Grieco

Alberto Grieco Architetto

Frequentando una signora chiamata Storia, ha scoperto che l’architettura bio-eco-ecc. non ha inventato Nulla©, ed è per questo che perde ancora tempo sui libri. Architetto per vocazione; tira con l’arco, gira per boschi, suona e disegna per vivere. Lavora nel tempo libero per sopravvivere.