Involucro vegetale alternativo per la Camera di Commercio di Amiens

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Il nuovo edificio, su progetto dello studio parigino Chartier–Corbasson,accoglie parte della Camera di commercio e dell’industria della Piccardia ad Amiens, la cui sede principale è situata in uno storico edificio poco distante (le due costruzioni si affacciano su uno spazio interno comune). L’intervento mette delicatamente in relazione preesistenza e nuovo, attraverso l’utilizzo di una parete vegetale che riprende le essenzedel giardino circostante.

IL CONTESTO

La sede principale della istituzione regionale è situata in un edificio classificato come monumento storico, pregevole testimonianza architettonica del primo Novecento: l’hôtel particulier Bouctot–Vagniez. Esso è isolato su tutti i fronti: quello principale prospetta su Rue des Otages, gli altri su corti interne e spazi verdi comuni ad altri edifici. Il progetto scaturisce dalla necessità di creare nuovi spazi per le attività della Camera di Commercio e dell’Industria, e la scelta è quella di intervenire attraverso la costruzione di un nuovo volume che si affaccia sugli spazi comuni alla preesistenza storica, sfruttando la presenza di una particella interclusa sulla quale insiste un immobile di scarso valore, che viene demolito nella prima fase di cantiere. In questo modo l’edificio storico mantiene la propria integrità.

IL PROGETTO

L’edificio è orientato in direzione nord–sud ed è costituito da una hall di ingresso a doppia altezza, uffici e sale riunione distribuiti su cinque livelli e un auditorium per circa 200 persone al piano interrato.La facciata nord è costituita da una parete vegetale, dalla quale spuntano, come scatole luminose, le aperture degli ambienti lavorativi, definendo scorci visuali sull’edificio storico. Le vetrate sono in parte serigrafate, con una tecnologia che consente di ombreggiare o meno gli ambienti retrostanti a seconda delle esigenze. La facciata vegetale costituisce l’elemento di relazione tra nuovo edificio, preesistenza storica e giardini circostanti. Questa parete ad andamento variabile (ricorda l’andamento di una parete rocciosa naturale) è costituita da una struttura portante in carpenteria metallica – fissata su setti murari prefabbricati in cemento armato – alla quale vengono saldati moduli in lamiera grecata, che costituiscono il rivestimento base. La particolare modellazione della superficie è ottenuta grazie alle proprietà di deformazione a torsione della lamiera, e consente tra l’altro di minimizzare gli elementi di carpenteria utilizzati. Il sistema vegetale è costituito da moduli rettangolari (si tratta di poche varianti con dimensione trasversale fissa di circa 40 cm), che si adattano alle irregolarità della superficie sottostante grazie ad una griglia di tubi metallici con snodi centrali, messa a punto per l’occasione dai progettisti. Le essenze scelte per il rivestimento riprendono le suggestioni japanese style del giardino circostante.

La facciata sud prospetta su un grande viale alberato (Mail Albert1er); essa è caratterizzata dall’andamento variato delle due porzioni verticali principali, e da una griglia di rivestimento metallico che funziona da schermo solare, regola la ventilazione e contribuisce alla privacy degli ambienti retrostanti. La calda policromia delle vernici utilizzate per le lamelle metalliche è studiata per riprendere il particolare cromatismo del mattone locale, ed è un tentativo dunque di inserirsi armoniosamente nel contesto urbano.

IL SISTEMA “PARETE VEGETALE” 

L’utilizzazione di sistemi tecnologici vegetali per le pareti o le coperture di un edificio, lungi dall’essere un mero rivestimento estetico o esteriore, costituisce una alternativa ecosostenibile ai tradizionali componenti dell’involucro edilizio, in quanto contribuisce a migliorarne le prestazioni energetiche ed ambientali. Tra le caratteristiche principali vi sono la regolazione termica dell’edificio sia in estate che in inverno, la riduzione delle emissioini di CO2 nell’ambiente circostante, l’assorbimento acustico e la ottimizzazione delle risorse idriche. Riguardo a questo ultimo aspetto, in particolare, anche nel nuovo edificio di Amiens un sistema integrato di raccolta, filtraggio e ridistribuzione delle acque piovane, consente da un lato un risparmio economico sulla irrigazione della vegetazione, dall’altro la riduzione del carico sulla rete idrica urbana.

Un edificio ibrido, che non instaura una competizione ma un dialogo rispettoso con il vecchio edificio storico, costituendone una sorta di cinta muraria vegetale, e mettendo insieme nuove tecnologie e rispetto delle tradizioni locali.

L’edificio è il primo immobile per uffici del dipartimento della Somme ad avere ottenuto la certificazione “NF Bâtiment tertiaire démarche HQE®, che classifica costruzioni le cui performance ambientali ed energetiche corrispondano agli standard più recenti.

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Matilde Fagotto

Matilde Fagotto Architetto

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