“Paesaggio del rifiuto”: il parco verde da una grande discarica

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E’ possibile associare l’immagine di una discarica al concetto di sostenibilità e di rispetto ambientale? E’ possibile dar vita ad un progetto in grado di convertire gli “spazi dello scarto e del rifiuto” in luoghi di educazione ambientale, al rispetto della natura, alla valorizzazione del territorio come risorsa da condividere e consegnare alle generazionifuture? Da questo progetto di riconversione di una discarica in parco verde sembra che questo sia possibile.

Se è corretto estendere il termine “riciclo” ai luoghi, Fresh Kills Landfill rappresenta un esempio positivo di rinnovamento ecologico e pianificazione territoriale, una strategia creativa in grado di dare nuova identità ad un sito che per oltre cinquant’anni ha accolto ogni genere di rifiuto, ultimi tra i quali i resti e le macerie del World Trade Center.

Il sito e la storia

Rappresentazione emblematica di “paesaggio del rifiuto”, Fresh Kills Landfill, con i suoi 890 ettari – circa 3 volte le dimensioni di Central Park – deteneva lo scomodo primato di più vasta area di stoccaggio rifiuti al mondo.
Attiva dal 1948 e collocata nel borough di Staten Island, una delle cinque contee della città di New York, la discarica era capace di ricevere 29.000 tonnellate di materiale al giorno, generando un complesso di agglomerati dell’altezza superiore a quella della Statua della Libertà. Con tali premesse e a seguito di continue pressioni da parte dell’opinione pubblica locale, nel 2001 l’U.S. Environmental Protection Agency decise di chiuderla definitivamente, dando avvio ad un programma di lavori in grado di convertire l’area nel più grande parco verde della città, denominato Fresh Kills Park.

Recupero della discarica e nuove opportunità

La collaborazione fra il New York Departement of City Planning e lo studio James Corner Field Operationha portato alla stesura del Masterplan definitivo, un programma trentennale che si fonda sull’integrazione di tre sistemi distinti, utili alla creazione di un complesso coeso e dinamico:

  1. Pianificazione delle attività e delle strutture necessarie a promuovere il parco come luogo d’incontro e “fertile” destinazione culturale;
  2. Recupero e protezione della flora e della fauna per risanare l’habitat naturale dell’area e ripristinare la ricchezza del paesaggio originario;
  3. Creazione di una capillare rete di percorsi e sentieri utili a migliorare l’accessibilità del parco e favorire, al suo interno, una mobilità più rispettosa dell’ambiente.

Cinque temi per il parco

Fresh Kills Park, grazie alla sua estensione, sarà suddiviso in cinque aree destinate a diversi usi e funzioni:

  1. The Confluence: rappresenta il cuore culturale e ricreativo del parco, punto d’arrivo e partenza dei principali percorsi, ospiterà parchi giochi, eventi, mercati all’aperto, attività artistiche ed educative;
  2. North Park: destinato alle attività all’aria aperta, sarà caratterizzato dalla presenza di percorsi per passeggiare, correre, andare in bicicletta e di hot spot sensibili per la pratica del birdwatching e della pesca;
  3. South Park: ospiterà i luoghi adibiti allo sport; campi da calcio, piste d’atletica, centri equestri e percorsi nel verde troveranno spazio in quest’area caratterizzata da avvallamenti in grado di marcare viste significative sul paesaggio;
  4. East Park: costeggiata da un importante asse viario l’area sarà concepita come un percorso panoramico integrato nel paesaggio dove troveranno spazio aree umide e zone di riserva naturale da destinare al reinserimento delle specie animali e vegetali locali;
  5. West Park: con i suoi 220 ettari è l’area più estesa e più elevata del parco; un terrapieno capace di offrire una spettacolare visione su Lowerche, in futuro, dovrebbe ospitare il memoriale a ricordo dell’11 Settembre.

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Laboratorio di sostenibilità

Fresh Kills Park non vuole essere solo un rinnovato ambito territoriale da destinare agli abitanti di New York, ma bensì ha l’obiettivo ambizioso di trasformarsi in una moderna piattaforma informativa, capace di generare conoscenza ed essere modello per quanto riguarda i temi del ripristino, del recupero e della salvaguardia ambientale e paesaggistica.

Termini come rimboschimento, valorizzazione dell’habitat naturale, miglioramento della qualità dell’acqua e produzione di energie alternative sono solo alcuni dei fondamenti su cui poggia l’intero intervento, un progetto ambizioso con scadenza a lungo termine che dimostra come, se riconosciuti e considerati, anche i luoghi del “rifiuto” possono diventare occasioni capaci di meravigliare, offrendo nuovi spazi di relazione e trasformandosi in vettori utili a ri–costruire un’ideale paesaggio collettivo.

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Michele Candiotto

Michele Candiotto Architetto

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