Costruire senza costruire: la Green Landscape Economy in Italia

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L’attuale condizione economica di crisi che viviamo ci pone diversi interrogativi, tra cui, come rilanciare l’economia e al contempo salvaguardare il fragile e precario equilibrio ambientale. La risposta sta nel valorizzare le risorse naturali presenti, interagendo sul territorio attraverso la ricollocazione del paesaggio integrandolo nel filone della green economy. Come? Costruendo senza costruire, come suggerisce Andreas Kipar, architetto tedesco particolarmente sensibile alle iniziative green, facendo in modo che qualsiasi intervento sul territorio, diventi un tassello di recupero ambientale, promuovendo paesaggi nuovi derivati dal recupero delle areedismesse e dalla ridefinizione delle infrastrutture.

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LA GLE IN ITALIA: LAVORI IN CORSO

In Italia sono stati individuati 2 campi applicativi della GLE (Green Landscape Economy),potenziali aree di messa a punto di questa nuova strategia. La prima, riguarda l’asse Genova–Torino–Milano–Venezia–Trieste fortemente infrastrutturato e l’altro è la Valle del Sacco compresa tra Roma e Napoli, che si estende lungo la linea dell’alta velocità. Oltre alla identificazione di particolari ambiti territoriali votati al miglioramento, sono state incentivate iniziative verdi dal Ministro dell’Ambiente Clini, che ha previsto una serie di interventi diffusi sul territorio Italiano, mirati a valorizzare e tutelare lo stesso con “progetti verdi”. In proposito il MIUR ha istituito un bando dal titolo “Smart Cities and Communities and Social Innovation” a cui hanno aderito diverse città Italiane, allo scopo di coniugare infrastrutture verdi e nuove tecnologie, un modo per identificarsi come paesaggio qualificato e intelligente al tempo stesso.

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Altra iniziativa che integra il filone della GLE, riguarda la definizione delle APEA (aree produttive ecologicamente attrezzate). Ancora poche risultano essere le Regioni promotrici di tale iniziativa. Tra queste, l’Emilia Romagna è stata una delle prime a promuovere un progetto pilota per l’area industriale di Ponte Rizzoli ad Ozzano dell’Emilia in provincia di Bologna, così come anche Pisa ha in corso il progetto “APEA 2020” i cui interventi mirano alla riqualificazione dell’area industriale, realizzando infrastrutture e servizi ecosostenibili. Ultimissimo intervento si è avuto ad agosto in quanto è stato installato un impianto microeolico sull’acqua da 10 KW, ultimo di una serie di interventi che sopperisce al fabbisogno energetico dell’edilizia pubblica e degli impianti di illuminazione stradale.

Pensare che il messaggio di Kipar sia stato recepito in Italia e ci si sia sforzati con diverse iniziative di metterlo in pratica, pone le basi per un futuro sempre più ricco di iniziative sostenibili, a supporto del miglioramento della qualità del nostro territorio, che, al tempo stesso, incrementi le casse dello Stato in termini di risparmi e guadagni derivanti da iniziative “smart” disseminate su gran parte della Nazione.

Romina Muccio

Romina Muccio Architetto

Ha intrapreso la libera professione e non ne è ancora pentita. A Napoli si occupa di restauro di vecchi edifici ed è fondatrice di un’associazione di donne architetto. Nel tempo libero evade verso la natura incontaminata da plotter e pc e gestisce un piccolo zoo sfamando 2 cani, 2 gatte e una tartaruga.