Tecniche per la realizzazione delle facciate verdi parte 1. La green facade

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Le tecniche di realizzazione di pareti verdi sono molte e il termine generalmente usato di “verde verticale” non ne identifica nello specifico nessuna. Le tecniche più utilizzate per inverdire le facciate degli edifici sono tre: la green façade, il living wall e il muro vegetale. Quella della green façade è la tecnica più collaudata e semplice e, se vogliamo, quella che la natura propone in autonomia. Quanti edifici abbiamo visto ricoperti di edera da capo a piedi?

Approfondimento: Riqualificare con le tecniche di verde verticale

La green façade si può considerare un elemento distinto dalla facciata. La struttura su cui si aggrappano le piante utilizzate per questo genere di rivestimento è giustapposta alla facciata e non ha interazioni particolari.

Foto in alto: Loggia dei Priori a Narni

L’involucro di supporto quindi è completo, finito anche senza la sovrapposizione della vegetazione. Diverso sarà per le altre tecniche di “verde verticale”, nelle quali il verde è parte integrante della facciata e quindi elemento ineliminabile.

LA STRUTTURA DI SOSTEGNO

La struttura di sostegno può essere diversa: si tratta di grigliati metallici, comuni reti o sistemi di tiranti più leggeri.
L’unica funzione che deve svolgere è quella di supporto e sostegno per la vegetazione, in genere rampicante, che è stata scelta per il progetto.

La struttura metallica di supporto è ancorata alla parete retrostante per punti, e quindi tra la vegetazione e la facciata è presente uno strato d’aria.
Parete e vegetazione sono completamente indipendenti.

LE SPECIE VEGETALI

La semplicità di realizzazione della “green façade” implica una minor possibilità di scelta della vegetazione piantumabile.
Si deve trattare di piante rampicanti che abbiano la caratteristica di potersi sviluppare notevolmente anche se la loro sommità risulta essere molto lontana dall’apparato radicale.
Questo perché la tecnica più semplice per ricoprire il traliccio metallico della green façade è quello di piantare le essenze a terra e lasciarle crescere nel tempo.

Se si sceglie un rampicante che non ha questo tipo di comportamento e di sviluppo è necessario porre dei vasi in quota dove piantumare le piante destinate a ricoprire i piani più alti dell’edificio.

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UN ESEMPIO: IL BIOPARK DI PARIGI

Un esempio di “Green Façade” è il Biopark di Parigi, centro di ricerca biotecnologica, progettato da Valode & Pistree nel XIII arrondissement di Parigi. Affacciato sulla Senna, l’edificio nasce come adeguamento tecnologico–funzionale di un’architettura a destinazione d’uso alberghiera.

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I tralicci metallici sono ondulati e spioventi e ricoprono l’intero isolato urbano. Sono formati da travi tubolari di acciaio zincato per la parte ondulata e tiranti metallici per le strutture trasversali di sostegno. Le piante sono state collocate sia a terra che in vasi a diverse quote. Tale struttura è stata nel tempo completamente ricoperta da una “cascata verde” di vegetazione di varie specie (rosacee, campanulacee e acanto).

Data l’estensione dell’apparato vegetale il tutto è servito da un impianto di irrigazione automatizzato.
In perfetto accordo con la tecnica descritta essi sono indipendenti dalle pareti e dalle coperture degli edifici sottostanti, che sono completi e finiti anche senza vegetazione.

La vegetazione è insomma una specie di ombrello che copre ciò che sta sotto.
I vantaggi della struttura così realizzata sono molti tra cui l’ombreggiamento e la protezione dal sole delle facciate e delle coperture degli edifici stessi ma anche una riqualificazione all’insegna del verde del quartiere circostante, fortemente urbanizzato.

Liberamente tratto da un articolo di Edoardo Bit

Giulia Azzini

Giulia Azzini Ingegnere

Appassionata di architettura sostenibile, le piace scrivere e coniuga qui le due cose. Tra un buon libro e un’escursione in montagna si tiene sempre aggiornata. Ama reinventare la propria casa e quella di familiari o amici.