Protocollo ITACA e sostenibilità. Schede di valutazione per una progettazione sostenibile

Oggi in Italia la maggior parte degli studi di progettazione è a conoscenza del protocollo ITACA, che già da diversi anni costituisce un riferimento per i parametri di valutazione nelle gare e nei bandi pubblici di alcune regioni più progredite dal punto di vista della sostenibilità, e che quest’anno finalmente diviene strumento di valutazione a livello nazionale attraverso un accordo con ACCREDIA, organismo di accreditamento riconosciuto. Da segnalare anche la possibilità di condizioni assicurative agevolate per l’edilizia sostenibile certificata dal protocollo.

IL PROTOCOLLO ITACA IN EUROPA E NEL MONDO

In realtà il protocollo ITACA è già considerato dalla SBC Italia (sezione italiana del Sustainable Building Council) un metodo di autovalutazione dei “Green Building Standards”. A livello europeo fa parte della Sustainable Building Alliance (che sviluppa parametri comuni da utilizzare per monitorare e confrontare a livello internazionale il comportamento ecologico e la performance di sostenibilità attraverso diversi schemi di valutazione) assieme ad altri protocolli famosi come quelli del BRE e del CSTB. Tali protocolli costituiscono già da tempo un riferimento per la valutazione dei progetti nelle gare in ambito internazionale (Banca Mondiale e Comunità Europea).

Il processo prevede una auto–valutazione da parte del gruppo di progettazione, che potrà poi essere analizzata e convalidata da enti certificatori come ICMQ , per essere poi certificata come protocollo ITACA.

LE SCHEDE DI VALUTAZIONE

Il protocollo dunque consiste in una serie di schede monotematiche suddivise in aree (tematiche) e categorie. Distingue inoltre tra destinazione residenziale ed uffici (per i quali esistono due versioni differenti), e tra Nuova costruzione e Ristrutturazione (per le quali i metodi di calcolo dei parametri possono variare e così pure le scale di riferimento).
La scheda, relativa ad un singolo parametro o criterio, entra molto nel dettaglio:

  • una parte di definizione del criterio e delle sue finalità, in cui viene anche definito un peso che determinerà l’importanza dello stesso nella valutazione complessiva.
  • una parte relativa all’indicatore e alle corrispondenti unità di misura e scala di prestazione.
  • una parte descrittiva molto approfondita relativa al metodo di misura e agli strumenti da adottare

Essa è in grado di guidare passo passo il progettista o il consulente nella valutazione del parametro, in maniera da ottenere un risultato basato su una scala condivisibile e confrontabile: attraverso la terza parte è possibile dare un valore all’indicatore, e attraverso la scala di prestazione nella seconda parte attribuire un valore finale al criterio. Quest’ultimo contribuirà al calcolo complessivo attraverso il peso definito nella prima parte.

SOSTENIBILITÀ A 360°

L’approccio del protocollo è notevole, in quanto esamina i criteri della sostenibilità in maniera sistemica, ossia considerando le scelte progettuali in tutte le loro possibili implicazioni ambientali, economiche e sociali, considerando i cicli di vita dei materiali e delle opere, le interazioni col territorio e coi mercati.

Qualità del sito

Nella prima area si considera l’ambiente circostante e si attribuisce un valore sulla base delle infrastrutture già presenti che avvantaggiano o penalizzano l’edificato residenziale:
Selezione del sito; Progettazione dell’area.

Consumo di risorse

Alla seconda area pertiene la valutazione dell’”invasività” dello stesso in termini di consumi sia per l’edificazione che per il periodo di vita, oltre che alla sua intrinseca efficienza in termini energetici:
Energia primaria non rinnovabile richiesta durante il ciclo di vita; Energia da fonti rinnovabili; Materiali eco–compatibili; Acqua potabile; Prestazioni dell’involucro.

Carichi ambientali

Nella terza area tali considerazioni vengono ripetute per quanto attiene ai rifiuti, ai reflui, all’uso delle acque e all’interazione col terreno:
Emissioni di CO2 equivalente; Rifiuti solidi; Acque reflue; Impatto sull’ambiente circostante.

Qualità dell’ambiente indoor e Qualità del servizio

Le ultime due aree affrontano il tema del confort abitativo e della qualità delle strutture e degli impianti, ovvero sono il corrispettivo della prima area per quanto attiene alla fruibilità interna nel corso della vita utile delle residenze:
Ventilazione; Benessere termoigrometrico; Benessere visivo; Benessere acustico; Inquinamento elettromagnetico.
Sicurezza in fase operativa; Funzionalità ed efficienza; Mantenimento delle prestazioni in fase operativa.

Lo schema si ripete con poche variazioni per gli uffici.

IL PROTOCOLLO ITACA COME STRUMENTO DI APPRENDIMENTO

In qualità di Energy Manager ritengo che questo strumento possa costituire un ottimo esercizio da applicare ad ogni progetto, una auto–valutazione continua dei miglioramenti ottenibili. Insegna ad adottare un numero elevato di criteri, a discernere tra difficoltà derivanti dalla nostra ignoranza e altre legate all’ambiente, e non ultimo a scendere nel pratico attraverso l’applicazione delle necessarie misure, che ci permettono di adottare un linguaggio maggiormente confrontabile e dare valutazioni più esatte.

Maggiori informazioni sul Protocollo Itaca