Il progetto del tetto giardino. Suggerimenti e consigli per soluzioni sostenibili

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Sappiamo già quanto sia importante recuperare spazi verdi nelle zone fortemente urbanizzate e inquinate, per i molti benefici che ne derivano. In bioarchitettura si utilizza da tempo la strategia sostenibile del tetto giardino per ovviare a tutta una serie di inconvenienti e sprechi. I principali vantaggi del tetto giardino, infatti, sono strettamente collegati alla necessità di riduzione del fabbisogno energetico e delle emissioni dianidride carbonica: la presenza del verde contribuisce all’assorbimento graduale e di filtraggio dell’acqua piovana inquinata, evitando tracimazioni dell’impianto fognario, riduce la velocità del vento e la trasmissione dei rumori, filtra l’aria inquinata e la raffredda per evapotraspirazione del vapore acqueo, incrementa le capacità termiche della copertura riducendo gli effetti delle isole di calore urbane, cioè quel fenomeno di aumento della temperatura e dell’inquinamento nelle aree urbanizzate durante il periodo estivo.

Chi non sa come realizzare un tetto giardino, deve prestare molta attenzione alla pianificazione progettuale, affidandosi a studi professionali, evitando improvvisazioni. La prima importantissima valutazione da fare riguarda le caratteristiche costruttive della superficie su cui s’intende intervenire, poiché un giardino pensile è composto di vari strati funzionali che vanno ad aumentare i carichi, suddivisi in:

–Uno strato portante rappresentato dalla copertura dell’edificio.
–Uno strato di tenuta all’acqua realizzato con materiali impermeabilizzanti.
–Uno strato termoisolante per garantire la resistenza termica e proteggere la struttura portante dalle escursioni termiche.
–Uno strato drenante che ha la funzione di far defluire la pioggia e l’acqua d’irrigazione, solitamente formato da ghiaia per uno spessore di 8–10 cm e una pendenza non inferiore al 2%.
–Infine uno strato di terreno a spessore variabile, secondo il tipo di vegetazione scelta.

Vediamo le caratteristiche di alcuni degli elementi necessari alla realizzazione di un tetto verde:

GUAINE IMPERMEABILIZZANTI

Ne esistono di due tipi: le guaine a polimeri lunghi (sintetiche o in caucciù), danno una sufficiente protezione ma, essendo a fogli sottili, hanno bisogno di strati di feltro supplementari per aumentare la resistenza meccanica.
Le guaine bituminose invece, si utilizzano insieme a uno strato di calcestruzzo retinato di spessore minimo o trattamenti chimici antiradice, poiché non resistono alle sollecitazioni delle radici.

IL TERRENO

Per i manti erbosi o vegetazione bassa è sufficiente uno strato che va dai 15 ai 30 cm, per piccoli alberi e arbusti si arriva fino a 50 cm mentre, per alberi d’alto fusto è indispensabile realizzare grandi vasche speciali che abbiano un volume tale da assicurare lo sviluppo delle radici. Particolare attenzione va posta inoltre all’azione aspirante dei venti, soprattutto lungo i bordi della copertura, che possono compromettere la stabilità degli alberi.

LA VEGETAZIONE

Gli impianti di rinverdimento sono classificati in due gruppi: verde estensivo ed intensivo a seconda del grado di manutenzione richiesta. 

Il verde di tipo estensivo

Il tipo estensivo richiede una manutenzione ridotta ed è indicato per grandi superfici, per esempio capannoni industriali. È preferito un tipo di vegetazione bassa e resistente al gelo e alla siccità, capace di auto rigenerarsi, con uno spessore di terra non superiore ai 15 cm, tale da contenere il carico di esercizio fra 75 e 200 kg/mq.

Il verde di tipo intensivo

Il tipo intensivo al contrario, richiede una manutenzione più attenta e costante perché la vegetazione varia dai manti erbosi, agli arbusti e agli alberi che necessitano di concimazioni e potature. Si realizza su terrazze pedonabili e in genere su tutti gli spazi fruibili. Lo spessore di terriccio può variare da 30 a 50 cm, perciò la copertura deve essere adeguata a sopportare carichi di esercizio superiori ai 150 kg/mq.

Non dimentichiamo infine che, per disporre del nostro pezzetto di verde, è indispensabile controllare le normative edilizie comunali verificando l’esistenza di eventuali vincoli paesaggistici o architettonici. Per gli edifici condominiali occorre ovviamente il consenso di tutti i condomini, ai fini di suddividere gli oneri e i costi di manutenzione. Quindi la soluzione migliore è affidarsi senz’altro a un professionista.

Per saperne di più potete consultare il sito dell’AIVEP (Associazione Italiana Verde Pensile)

Elena Bozzola

Elena Bozzola Architetto

Si è laureata quando la parola “sostenibile” la pronunciavano in pochi e lei si ostinava a spedire email sulla tutela ambientale a tutti i suoi amici. L’incontro con Architettura Ecosostenibile è stato un colpo di fulmine. Ama la fatica delle salite in montagna e una buona birra ghiacciata dopo la discesa.