Embodied Energy. Energia incorporata per nuove strategie di risparmio energetico

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La tendenza attuale di costruire case sempre più ecologiche talvolta comporta un aumento dei costi energetici della fase di realizzazione dei prodotti edili. Ma questo indicatore di “energia incorporata”, detta Embodied Energy, si rivelerebbe uno strumento utile per valutare l’effettiva quantità di energia impiegata durante le varie fasi di vita di un edificio, dalla costruzione alla demolizione, e prevedere nuove strategie per il risparmio energetico.

Il progetto: spreco e risparmio energetico in un’unica casa a Brescia

LE VARIE FASI DEL CICLO DI VITA DI UN EDIFICIO

Per capire l’importanza dell’indicatore di energia incorporata, ovvero l’Embodied Energy dell’edificio, si deve premettere che il concetto di risparmio energetico ormai è all’ordine del giorno, ma spesso le strategie che lo accompagnano sono poco lungimiranti e si basano su piccoli tagli al bilancio energetico che non possono garantire una vera e propria rivoluzione nel settore dell’edilizia, che porti ad un nuovo sistema di costruire veramente ecosostenibile.

Analizzando l’intero ciclo di vita di un edificio e dei suoi materiali noteremo che tre fasi principali determinano l’insieme dei consumi energetici:

La fase di uso fa riferimento alla “vita” vera e propria dell’edificio, dal momento in cui, concluse le operazioni di costruzione, l’edificio viene abitato. L’energia spesa durante questo periodo è quella necessaria a tutte le operazioni quotidiane svolte all’interno del manufatto, qualunque sia la sua destinazione d’uso.

Attualmente è su questa fase che si concentrano gli sforzi maggiori per le strategie di risparmio energetico. Si cerca di diminuire i consumi dell’edificio applicando pannelli solari o fotovoltaici per abbassare la richiesta di gas ed elettricità; usando infissi a taglio termico per eliminare le dispersioni di calore; aumentando l’isolamento con sistemi come il cappotto termico, per garantire maggiore inerzia termica all’edificio; usando lampadine a risparmio ed elettrodomestici a basso consumo.

Sono tutte strategie progettuali utili, ma quanto incidono realmente sul bilancio globale?
Poco, e vi spiego perché.

È stimato che la fase di uso di un edificio attualmente corrisponda a meno del 60% dell’energia globale usata dall’edificio stesso durante l’intero ciclo di vita delle costruzioni contemporanee con una vita media di 50 anni.
Il restante 40% dell’energia è spesa durante la fase di costruzione.
Perchè un valore così alto? È qui che entra in gioco l’Embodied Energy.

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Il calcolo dell’energia relativa a questa fase deve includere, per essere accurata, oltre alle operazioni di cantiere e messa in opera, anche tutte le operazioni precedenti relative alla fabbricazione dei materiali e prodotti usati durante la costruzione, all’estrazione delle materie prime ed alla loro lavorazione, e di conseguenza anche tutti i valori della così detta energia primaria, relativa ai combustibili fossili, che per essere estratti e trattati, richiedono già una prima quantità di energia; tramite questi è possibile produrre combustibili primari e derivati, in grado di fornire energia alle industrie che produrranno i nostri mattoni, i nostri infissi, il calcestruzzo, e così via.

La tendenza attuale delle case a basso consumo
Bisogna considerare che le percentuali precedentemente esposte non sono stabili; l’energia spesa in fase di costruzione è destinata ad aumentare a causa delle nuove tendenze che mirano alla realizzazione di case low–energy. Questo comporta l’uso di una maggiore quantità di materiali ed elementi che inglobano una certa “tecnologia” iniziale (come i pannelli fotovoltaici o i serramenti a taglio termico), e di conseguenza un forte incremento di energia in fase di produzione.

Risulterà sempre più importante ipotizzare strategie di risparmio che tengano in considerazione tutte le fasi, dalla scelta stessa dei materiali, delle tecniche di costruzione fino al controllo delle operazioni di cantiere.

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Un esempio: un qualsiasi prodotto che ha seguito procedure di realizzazione ecologicamente certificate, deve sempre passare per una fase di trasporto, ed in molti casi questa rischia di annullare completamente gli sforzi di una produzione sostenibile, perché l’energia risparmiata durante la fase di produzione viene incorporata e adoperata per il trasporto.
Potrebbe risultare più conveniente energeticamente scegliere ditte che non vantano prodotti ecologici, ma che hanno una sede di produzione vicina al sito del cantiere.

NUOVI STRUMENTI PER NUOVE STRATEGIE

La maggior parte di queste strategie, si basa su analisi di tipo LCA (Life cycle Assesment), che tengono in considerazione ogni fase della filiera costruttiva. Il valore finale che otteniamo generalmente è il cosiddetto valore di energia incorporata o Embodied Energy di un edificio che è definito come il valore totale dell’energia spesa per la realizzazione dell’edificio stesso, in tutte le sue parti (Hastings, 1992). Inoltre, partendo dallo stesso principio, molti valori aggiuntivi possono essere calcolati, tra cui quello di Embodied Carbon, la quantità di CO2 equivalente prodotta per la realizzazione dell’edificio o del singolo elemento che stiamo valutando.

L’analisi di questi dati può essere sviluppato su vari livelli di accuratezza. Basti considerare quante sono le implicazioni energetiche che portano, in generale, alla realizzazione di un prodotto edilizio. Sicuramente non sarebbe semplice per un progettista ipotizzare un’analisi così approfondita.

Le Banche dati di Embodied Energy
Fortunatamente esistono già diversi istituti di ricerca che hanno raccolto i dati necessari a creare dei Database Energetici, ai quali far riferimento per la maggior parte dei prodotti edili esistenti. Tramite questi Database sarebbe possibile creare un vero e proprio computo energetico.
Eccone alcuni esempi:

  • IBO – Istituto Austriaco per la Biologia e l’Ecologia del Costruire.
  • Ecoinvent 2000 – banca dati svizzera, sviluppata da diversi istituti di ricerca tra cui l’Istituto Federale Svizzero per le Scienze e le Tecnologie Ambientali (EAWAG).
  • ICE – Inventory of Carbon and Energy, messa a punto dal Sustainable Energy Research Team (SERT) dell’Università di Bath.
  • NZEED – banca dati dalla Nuova Zelanda: New Zealand Building Materials Embodied Energy Coefficients Database, create dal Center for Building Performance Research di Wellington del 2003.

Solo alcune di queste banche dati sono a pagamento, ed oltre al database, mettono a disposizione degli utenti software tramite i quali è possibile creare una propria analisi relativa al valore di Embodied Energy e di Embodied Carbon di un edificio, per valutare quanto effettivamente l’edificio sia sostenibile.

Se qualche progettista fosse interessato a provare, rimarrebbe veramente sorpreso della quantità di energia necessaria per costruire un edificio. Si parla di valori che possono variare dai 2 ai 6 GJ/mq. Avete letto bene. E tutto questo prima ancora che l’edificio inizi a funzionare.

Sara Schiaffino

Sara Schiaffino Architetto

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