Il problema della copertura del suolo in Europa: il soil sealing

icon1

Soil Sealing: di cosa si tratta. “Ogni anno in Europa una superficie equivalente a un’area più estesa di Berlino cede il passo all’espansione urbana e ad infrastrutture di trasporto.” è l’incipit di un comunicato introduttivo allo studio presentato dalla Commissione Europea sulla strategia tematica per la protezione del suolo. Secondo lo studio il ritmo con cui il suolo vergine viene cementificato con strade, parcheggi ed edilizia di vario genere supera i 250 ettari al giorno. La metà di tale superficie diviene definitivamente impermeabile, ovvero coperta da materiali come cemento e asfalto e altri materiali inerti che non permettono il passaggio di liquidi, in particolare acqua, riducendone drasticamente lo scambio tra suolo e atmosfera: tale fenomeno è uno tra i più incisivi tra quelli che riguardano il degrado del suolo, al punto da annoverarlo tra le problematiche “serie” a livello UE.

L’acqua è effettivamente essenziale alle funzioni biologiche in generale, in particolare a quelle del terreno, che vengono inibite dalla limitazione dell’evaporazione e delle precipitazioni, come anche dei flussi verticali che avvengono negli strati superficiali. Il fenomeno è aggravato dal fatto che gli stessi materiali impediscono anche la “respirazione” del terreno, ovvero lo scambio di componenti atmosferici (ossigeno, azoto, anidride carbonica) che permettono le stesse reazioni biologiche.

Gli effetti coinvolgono le caratteristiche del terreno e la sua capacità di ospitare e supportare le diverse attività antropiche, dall’urbanizzazione alle infrastrutture all’agricoltura contigua. Alla riduzione della fertilità dei terreni si affiancano infatti una minore capacità del suolo di assorbire l’acqua piovana, causa di smottamenti e frane, una minore traspirazione del terreno, che porta a cambiamenti nei microclimi locali (si pensi ai microclimi delle zone totalmente asfaltate dei grandi centri urbani), una frammentazione degli ecosistemi, con perdita della biodiversità e delle funzioni locali del terreno.

TRE FORME DI SOIL SEALING IN EUROPA

Una delle modalità più comuni di occupazione del suolo agricolo è quella che prende il nome di Urban Sprawl, ovvero una espansione urbana “a basa densità abitativa”, facilmente osservabile nelle nuove periferie dei grandi centri europei a discapito delle aree agricole e naturalistiche circostanti.

I fenomeni di “impermeabilizzazione” sul territorio europeo si riconducono a tre tipologie principali. La prima, anche in termini di impatto, caratterizza le grandi aree urbane, ormai esistenti da più di un secolo; ne sono protagonisti paesi altamente urbanizzati come la Germania e il Belgio, (ma anche la nostra Pianura Padana), dove la percentuale di terreno perduto è molto elevata. Nei paesi mediterranei invece le aree colpite sono quelle costiere, dove l’elevata percentuale di suolo impermeabilizzata è attribuibile all’espansione del settore turistico; tale fenomeno si potrà riscontrare anche in altri paesi ad elevato sviluppo costiero, come Portogallo, Finlandia ed Irlanda. Infine nei paesi dell’Est–Europa lo sviluppo dagli anni ’80 ad oggi ha spostato la popolazione dalle campagne alle aree urbane, determinando livelli di sfruttamento del suolo inusuali rispetto ai trend di crescita dei decenni precedenti.

UNO STUDIOD DELL’AGENZIA AMBIENTALE AUSTRIACA

Il rapporto europeo presentato alla Settimana Verde 2011 è stato elaborato dall’Agenzia Austriaca per l’Ambiente, e propone una strategia per affrontare il problema del Soil Sealing su 3 livelli:

Prevenire
Prevenire il processo di impermeabilizzazione attraverso interventi normativi a livello nazionale:
– Pianificazione urbana attuata con criteri prioritari di sostenibilità
– Definizione dei limiti di occupazione del suolo a livello locale e nazionale
– Sensibilizzazione di tutti i settori interessati della politica
– Allineamento ed ottimizzazione in tal senso delle politiche di finanziamento all’edilizia e allo sviluppo delle infrastrutture

E locale:
– Indirizzare lo sviluppo nelle aree già “occupate”
– Finanziare le aree di dismissione ex–industriali (i cosiddetti brownfield sites)
– Implementare la qualità della vita nei grandi centri
– Rendere i piccoli centri più attrattivi rispetto agli insediamenti rurali sparsi
– Mantenere e rafforzare la destinazione agricola delle aree rurali con maggiori restrizioni all’edificabilità

Limitare
Limitare gli effetti di processi inevitabili di perdita del terreno attraverso la progettazione ed il restauro di elevate qualità e sostenibilità
– Rispetto delle caratteristiche del suolo nella progettazione e dirottamento dello sviluppo su suoli di minor qualità
– Applicazione di misure di mitigazione e conservazione delle funzioni del suolo, ad esempio attraverso la progettazione di strati permeabili

Compensare
Compensare gli effetti delle opere esistenti con interventi in altri ambiti:
– Definire e stabilire opportune e commisurate operazioni di compensazione
– Facilitare interventi innovativi in tal senso

Tali indicazioni sono corredate da Best Practices osservate nei paesi membri. Gundula Prokop dell’Agenzia Ambientale Austriaca, coautrice dello studio, sottolinea che il processo di impermeabilizzazione è irreversibile, ovvero la superficie “occupata” difficilmente è recuperabile per fini produttivi o ambientali, e individua nella qualità delle opere di immobiliaristi e progettisti un cardine per il contenimento del Soil Sealing.

SEMINARIO SU SOIL SEALING ALLA GREEN WEEK 2011

Oltre all’intervento della Dott.ssa Prokop il seminario “Soil Sealing, inondazioni e frammentazione – una catastrofe evitabile?” ha visto gli interventi di Nicola Filippi, del Servizio geologico sismico e del suolo della Regione Emilia Romagna, e di Silke Höke, consulente dell’azienda ahuAGWater·Soil·Geomatics.

Il Dott. Filippi ha presentato uno studio di correlazione tra il Soil Sealing e il verificarsi di frane ed alluvioni. Dal momento che il suolo ricopre le funzioni di produzione delle biomasse, sostegno delle fondamenta delle costruzioni, fonte di materie prime, assorbimento dell’anidride carbonica, filtro e serbatoio controllato dell’acqua piovana, sono proprio queste a mancare nel caso della copertura indiscriminata del suolo con materiali impermeabili. Le conseguenze sono, secondo le ricerche approfondite da Filippi, la friabilità e la maggiore facilità con cui si verificano frane ed alluvioni.

La Dott.ssa Höke ha presentato invece due progetti di ricerca e sviluppo di strategie di conservazione e gestione sostenibile del suolo (DYNAKLIM e URBAN SMS), realizzati con la collaborazione di istituti di ricerca multidisciplinari e amministrazioni locali, oltre che del Central Europe Program.

LE MISURE A LIVELLO EUROPEO, NAZIONALE E REGIONALE

Consigliamo un articolo sul consumo di territorio in Italia.

Un passo avanti è stato fatto inoltre attraverso l’adozione del Protocollo Itaca, che indica nelle pratiche di limitazione del Soil Sealing una fonte di punteggio per la valutazione dei progetti nei concorsi pubblici:

  • Criterio A.1.5, riutilizzo del territorio, “Favorire l’uso di aree contaminate, dismesse o precedentemente antropizzate”, peso 3% sul totale dei criteri
  • Criterio C.4.3, permeabilità del suolo, “Minimizzare l’interruzione e l’inquinamento dei flussi naturali d’acqua”, peso 2% sul totale dei criteri
  • Criterio C.6.8, effetto isola di calore, “Garantire che gli spazi esterni abbiano condizioni di comfort termico accettabile durante il periodo estivo” (si valuta tra le altre cose il rapporto tra le aree sistemate a verde rispetto all’area complessiva del lotto di intervento)

Da segnalare infine la dannosità della pratica dei condoni, che derogando alla già lacunosa regolamentazione sul suolo, in particolare nella conversione di aree rurali in artigianali, commerciali o abitative, si pone in totale antitesi alle misure di controllo e limitazione di cui sopra.

Francesco Cherubini

Francesco Cherubini Dottore in Fisica

Nasce ricercatore biofisico per morire progettista HVAC tra ingegneri, architetti e geometri. E’ il classico soggetto che ha una lavatrice a pedali in cantina e l'estate fa campeggio con i pannelli solari e l'impianto a 12 volts autocostruito. Passione per l'artigianato, il rugby e l'essenzialità.