Certificazione ambientale: l’efficienza energetica e i sistemi di prima e seconda generazione

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La Certificazione Ambientale è un procedimento di valutazione di un edificio che prende in considerazione e certifica l’intero processo edilizio in termini di ecosostenibilità. Sono valutazioni che permettono di esaminare l’intero processo edificatorio considerando non solo i consumi e l’efficienza energetica durante l’esercizio presente e futuro, ma anche prendendo in considerazione l’impatto della costruzione sull’ambiente,

sulla salutedell’uomo e il suorapporto conl’ambiente durante tutto il ciclo vitale dell’edificio.

Per la valutazione dell’efficienza energetica, tutti protocolli ricorrono a norme tecniche internazionali e a norme nazionali e regionali per il calcolo del fabbisogno annuo di energia primaria, sia per la climatizzazione invernale sia estiva e per la produzione di ACS.
Per valutare l’impatto dei materiali sull’ambiente impiegati nella costruzione dell’edificio, i protocolli di certificazione ambientale si servono del Life Cycle Assessment LCA (analisi del ciclo di vita). A questi si aggiungono altri criteri di valutazione che prendono in considerazione gli aspetti culturali e socio–economici dell’attività umana che interagisce con l’ambiente.

I Sistemi di certificazione ambientale esistenti hanno trovato il massimo impulso subito dopo la Conferenza di Rio de Janeiro nel 1992 che ha dato origine al Programma di Azione Ambientale (Agenda 21) sottoscritto da molti paesi, con la partecipazione di istituzioni sia pubbliche che private. Con il Protocollo di Kyoto del 1997 vi è una spinta ulteriore; si è inteso di stimolare il mercato immobiliare e le istituzioni verso lo sviluppo e l’applicazione di criteri legati alla bioedilizia e all’auto sostenibilità. Si assiste pertanto alla nascita di metodi di valutazione che introducono nuovi criteri basati sostanzialmente sul contenimento di tutte le risorse coinvolte nel processo edificatorio.

SISTEMI DI PRIMA GENERAZIONE
I sistemi di valutazione di Prima Generazione sono molti e sono accomunati dal fatto di avere un limite intrinseco. Sono applicabili esclusivamente nella regione geografica in cui sono stati ideati e spesso non sono applicabili per tutte le tipologie edilizie e destinazioni d’uso.

Della Prima Generazione fanno parte:

1. BREEAM Regno Unito (Building Research Establishment Environmental Assessment Method)
Il primo metodo di valutazione della qualità ambientale degli edifici, la cui applicazione è rigorosamente volontaria. Nato inizialmente con l’obbiettivo di certificare gli edifici e le attività commerciali, ha poi evoluto l’offerta rivolgendosi per altro agli edifici residenziali con ECOHOMES (diventando di fatto una certificazione di seconda generazione) ponendo l’attenzione sulla qualità di varie categorie di riferimento quali l’energia, l’acqua, l’inquinamento, i materiali, i trasporti, l’ecologia e l’uso del terreno, la salute e il benessere.
La valutazione si prefigge il raggiungimento di obiettivi di carattere più generale, prima di quelli più propriamente attuativi, stimolando gli attori coinvolti a rispondere alla domanda di edifici ambientalmente corretti e ad aumentare la consapevolezza dell’importanza che gli edifici rivestono in relazione agli effetti negativi sull’ambiente riducendo quanto più possibile l’impatto ambientale a lungo termine. L’applicazione del metodo e le relative valutazioni sono effettuate da funzionari o ispettori indipendenti autorizzati dal BRE (Building Research Establishment). Il metodo è utilizzato in UK dal 1990 ed è stato adottato per il 25–30% degli edifici di nuova costruzione.

2. LEED

(Leadership in Energy and Environmental Design)
Promosso da USGreen Building Council, un modello di valutazione energetica e ambientale che mostra fin dall’inizio un limite: la certificazione avviene per autocertificazione del progettista stesso che si occupa della raccolta dei dati evidenziando chiaramente un conflitto d’interessi e una difficile applicazione nel nostro territorio.
I criteri di valutazione sono raggruppati in sei categorie che includono dei requisiti di partenza obbligatori e alcune prestazioni di natura ambientale:

  • Progettazione ed innovazione.
  • Qualità degli ambienti interni.
  • Energia ed atmosfera
  • Siti sostenibili e smaltimento.
  • Materiali e risorse rinnovabili
  • Gestione dell’acqua efficiente.

Adottato da Marzo 2000 in USA prevede un sistema di schede che porta ad una valutazione finale a punti. Si configura in modelli diversi a seconda della destinazione futura dell’edificio.

SISTEMI DI SECONDA GENERAZIONE

I sistemi di certificazione di Seconda Generazione mostrano innanzitutto una maggiore flessibilità nell’adattarsi alle condizioni locali e una capacità di considerare diversi fattori fin al quel momento ritenuti marginali. Sono infatti metodi di valutazione che possono essere adattati alle condizioni locali in cui vengono applicati (clima, situazioni economiche e culturali, priorità ambientali, rapporti sociali etc…) pur mantenendo la medesima terminologia e struttura di base. Eccone alcuni dei più conosciuti

1. EcoProfile for Buildings

Nato in Norvegia nel 1991 sotto l’impulso del Ministro dell’ambiente Norvegese, è un metodo di classificazione volontaria degli edifici. Si propone come uno strumento che offre la possibilità di rilevare i maggiori fattori di rischio associati agli edifici ed è in grado di riconoscere le soluzioni più ecosostenibili e premiarle. Il metodo può essere utilizzato sia per valutare edifici esistenti che per seguire la progettazione e la realizzazione di quelli nuovi. Per la progettazione di nuovi edifici, si rivela utile per individuarne gli obbiettivi in tema di eco efficienza. EcoProfile ha rappresentato un valido riferimento per la pianificazione degli interventi di riqualificazione e di ristrutturazione ecologicamente corretti.

Il sistema prende in considerazione 80 parametri di prestazioni variabili suddivise in quattro maxi categorie:

  • Energia;
  • clima interno;
  • inquinamento;
  • ambiente esterno.

I parametri descrivono l’edificio stesso, nonché le indicazioni per la manutenzione, il funzionamento e l’utilizzo.

EcoProfile nella sua versione definitiva è stato lanciato nel 1999, ed è il risultato della fusione con un altro sistema di valutazione, sviluppato da un gruppo di proprietari di edifici, esperti e ricercatori per la valutazione di edifici residenziali e commerciali esistenti chiamato Profilo Ambientale. Le versioni successive non hanno riscontrato molto successo, tanto che è in atto una rivisitazione del programma per renderlo più appetibile al mercato.

2. GBC

(Green Building Challenge)
E’ il metodo internazionale di riferimento più conosciuto, nato dagli studi incrociati di un network mondiale di istituti ed enti di ricerca pubblici e privati provenienti da 24 nazioni diverse e avviato, a dire il vero, già nel 1996. Tale protocollo intende proporre un modello destinato a diventare lo standard internazionale più autorevole per la certificazione energetica ed ambientale degli edifici.

Gli indicatori di sostenibilità fanno capo a 4 aree tematiche:

• ESI–1: il consumo annuale di energia primaria per il funzionamento dell’edificio;
• ESI–2: il consumo di territorio per la costruzione dell’edificio;
• ESI–3: il consumo annuale di acqua per il funzionamento dell’edificio;
• ESI–4: le emissioni annuali in atmosfera causate dal funzionamento dell’edificio

Nel 2008 e successivamente nel 2011 si è evoluto in SBC (Sustainable Building Challenge) con l’obbiettivo di stabilire un metodo di valutazione il più possibile internazionale, SBMethod, che potesse valutare la sostenibilità globale degli edifici considerando l’impatto ambientale, sociale, economico e culturale fondato sui seguenti principi:

• valutare il livello di sostenibilità degli edifici rispetto alla prassi costruttiva
• diverse fasi del ciclo di vita
• applicabile a qualsiasi destinazione d’uso
• caratterizzabile in funzione del contesto territoriale in cui si inserisce
• sistema modulare e gerarchicamente organizzato

Gli indicatori di sostenibilità del nuovo metodo ruotano attorno alle seguenti tematiche:
• Qualità del Sito – riutilizzo del territorio, presenza di reti infrastrutturale e mobilità sostenibile
• Energia e consumo delle risorse – energia, materiali, acqua e utilizzo delle fonti rinnovabili
• Carichi ambientali – emissioni di CO2, gestione rifiuti e acque reflue
• Qualità ambientale indoor – comfort abitativo e inquinamento elettromagnetico
• Qualità del servizio – sicurezza e gestione degli impianti e parti comuni, domotica
• Aspetti Sociali ed economici
• Aspetti percettivi e culturali – contestualizzazione

In Italia la diffusione del metodo introdotto dal SBC è promossa da ITACA (Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale)attraverso il programma Protocollo ITACA. L’istituto ha implementato e contestualizzato i principi e la struttura del sistema SBC apportando sostanzialmente delle modifiche rispetto alla scala del punteggio e dividendo la valutazione in due Protocolli – semplificato e completo.

3. D.G.N.B. Deutsche Gesellshaft

für Nachhaltiges Bauen
I criteri diquesto marchio di qualità si basano sui risultati dei lavori svolti per l’Edilizia Sostenibile dal Ministero federale tedesco dei trasporti, dell’edilizia e dello sviluppo urbano. Il marchio di qualità ambientale, oltre al concetto di ciclo di vita, interessa anche gli aspetti ecologici della “bioedilizia” e i temi economici e socio–culturali della società moderna. Questo certificato tedesco dell’edilizia sostenibile del terziario è un sistema semplice e trasparente di classificazione che è stato sviluppato sulla base di reali circostanze. Esso definisce la qualità degli edifici in un modo completo di revisione, e permette di effettuare una valutazione sistematica e indipendente.

Nella versione 2008, che emerge dalla fase pilota del sistema di certificazione, la valutazione per l’ecosostenibilità degli edifici per uffici e l’amministrazione si sviluppa sulla base di 49 criteri, suddivisi in 6 aree di valutazione:

  • Qualità ecologica
  • Qualità economica
  • Qualità Socio–culturale e funzionale
  • Qualità tecnica
  • Qualità del processo
  • Qualità del Luogo

La qualità del luogo/posizione viene valutata separatamente; non è incluso nella valutazione complessiva della costruzione la Qualità del luogo perché ogni edificio possa essere valutato indipendentemente dalla sua posizione. Questo aspetto rappresenta forse un anello debole del Sistema perché sconnette l’edificio dal territorio in cui è inserito.

4. Passivhaus

(Protocollo tedesco)
Caso particolare è rappresentato da questa certificazione per Case Passive. La certificazione segue una metodologia definita dal Passivhaus Institut PHI di Darmstadt, che fa particolare riferimento a due temi principali:

  • Aspetto del comfort, dove il livello prestazionale è calcolato in fase progettuale nella scelta del luogo, dell’inserimento nel territorio e nell’orientamento.
  • Aspetto energetico in cui l’altissima efficienza dell’organismo rappresenta l’obbiettivo determinante per accrescere l’ecosostenibilità gestionale.

Il protocollo prevede diversi passaggi che il progettista deve seguire per ottenere la certificazione Passivhaus; sono previsti esami preliminari del progetto da parte dell’Istituto, eventuali correzioni e consulenze e una fase finale di controllo. Essenziale è l’utilizzo di un programma , PHPP (Passive House Planning Package) un file in Excel che consente il calcolo del fabbisogno energetico.
Il PHPP comprende:

  • Il calcolo di bilanci energetici
  • La progettazione della ventilazione meccanica controllata
  • La determinazione della potenza necessaria per il riscaldamento
  • molti altri strumenti.
  • L’attestazione dell’efficienza energetica necessaria per poter accedere ai programmi regionali che agevolano gli edifici energeticamente efficienti

Esiste una versione più aggiornata del programma, PHPP2007, in versione italiana.

Il protocollo non si applica facilmente a edifici esistenti.

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5. Il progetto HQE2R

(Recupero sostenibile del costruito per un quartiere urbano sostenibile)
Un progetto parzialmente finanziato dalla Unione Europea nell’ambito del Programma “Energy, Environment and Sustainable Development” del V Programma Quadro R&D, coordinato da CSTB (Fr), è stato avviato nel luglio 2001.

Il progetto merita un discorso a parte perché è finalizzato alla definizione di metodi e strumenti per le municipalità e le istituzioni locali e i loro partner privati coinvolti in progetti di recupero di interi tessuti urbani in funzione ecosostenibile.











Luca Facchini

Luca Facchini Architetto

Laureato all’Università di Firenze, dipartimento di Urbanistica - Progettazione Urbana nel 2001. Socio e Consigliere di INBAR, Sezione di Firenze. Ha fatto parte di Edilpaglia. Si occupa principalmente di Riqualificazione Energetica sensibilizzando la Committenza all’impiego di processi e materiali Biocompatibili.