Case naturali o architetture malate? Una scelta per la qualità della vita

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L’architettura naturale è diventata a pieno titolo uno dei principali emblemi della sostenibilità, e il tema della casa è forse quello che meglio la rappresenta. Tra gli aspetti più interessanti da indagare però non c’è solo il rapporto tra edificio ed ecosistema, vi è anche quello tra edificio e uomo. È ormai noto che molti tra i problemi respiratori, allergici, mal di testa, insonnie, stanchezza, irritabilità o altri disturbi di cui non si è mai individuata

la causa esatta, siano legati anche alla nostra abitazione “ammalata”. Questa somma di malesseri è stata definita dagli americani “sick building syndrome”, ovvero Sindrome da Edificio Malato (n.d.r.), per cui all’inquinamento esterno si aggiunge quello interno delle nostre abitazioni. Direi che adesso siamo al completo.

LA NOSTRA VITA TRA QUATTRO MURA
Certamente resta ancora molto da analizzare e dimostrare, ma ormai è certo che la nostra casa è il luogo dove si concentrano spesso fattori potenzialmente deleteri per il nostro benessere. Altrettanto vero è il fatto che l’uomo e l’ambiente non si possono considerare entità separate, in quanto l’uno dipende dall’altro, ciò significa che ogni essere vivente, che lo voglia oppure no, è influenzato dall’ambiente in cui vive. Se però l’uomo del passato si confrontava soprattutto con l’ambiente esterno, l’uomo contemporaneo invece trascorre la sua giornata quasi totalmente tra le mura domestiche, di lavoro, di scuola o in quelle caldaie su ruote che ci ostiniamo a chiamare automobili anche se per lo più restano ferme in coda. Questo significa che quasi il 90% del suo tempo l’uomo lo passa in luoghi chiusi e perciò ha molto ridotto, se non dimenticato, il contatto con l’esterno. Il nostro primo ambiente da curare è dunque la casa. Essa non è mai stata solo un luogo per assolvere le più elementari necessità quotidiane, ma anche e soprattutto un rifugio, uno spazio dove distendersi, rilassarsi, favorire l’affettività, la creatività e così rigenerarsi.

CASA E NATURA. UN BINOMIO SPEZZATO
Casa e natura non vanno più di pari passo e malgrado le mode, oggi l’abitazione è ben lontana dalla costruzione ecologica del passato. I materiali offerti dalla natura spesso sono stati alterati e sostituiti da quelli forniti più rapidamente dalla chimica di sintesi e dalla nuova tecnologia massiva: le case tutt’oggi continuano ad essere costruite con criteri e materiali che di naturale hanno pochissimo, checché ne dicano quei sovversivi di Architettura Ecosostenibile.it.

Ciò che ci è rimasto infatti sono abitazioni prive di anima, insalubri e fiere di far parte di quell’omologazione spacciata per essenzialità che ha impoverito l’ambiente umano per eccellenza: la casa. Un ritorno al senso più profondo della casa, quella naturale, è dunque la direzione migliore per ristabilire gli equilibri perduti.

I MATERIALI ED I PRODOTTI RESPONSABILI DELLE CASE INSALUBRI
Si dice spesso che oggi le abitazioni siano più evolute, ma di che tipo di evoluzione stiamo parlando? Di certo il frigorifero e il microonde sono un’evoluzione, di certo lo sono le cucine sempre più robotizzate, e ovviamente siamo tutti grati all’impianto di riscaldamento o alla corrente alternata di Tesla, ma non si va oltre. Infatti, la peggiore edilizia mai prodotta dall’uomo è senza dubbio quella che va dal dopoguerra ad oggi, con le dovute eccezioni, certo, ma confermando la regola. Spesso le nostre case nascondono pericoli che derivano dai materiali impiegati per anni dalla nostra edilizia senza coscienza. Si consideri che le sostanze chimiche prodotte nel mondo sono circa 60.000, inoltre con una media annuale di altre 3.000 nuove sostanze introdotte sul mercato e considerando che non conosciamo tutte quelle sostanze non dichiarate per segreto industriale la cifra diventa imponente. Ebbene, molte di queste sostanze entrano nelle nostre abitazioni senza che nessuno ci informi. Si tratta di prodotti chimici molto invasivi impiegati anche in fase costruttiva: i cementi e le calci sono spesso addizionati con sostanze di sintesi per farli indurire meglio e più velocemente; le intercapedini inoltre vengono frequentemente riempite di agglomerati espansi, i quali nel lungo periodo provocano esalazioni nocive capaci di attraversare le pareti e lo stesso accade per alcuni materiali termoisolanti e fonoassorbenti di origine chimica. Ma non finisce qui. A contribuire all’inquinamento domestico ci pensano anche i sottofondi dei pavimenti, le colle per mattonelle, le vernici interne ed esterne per pareti che contengono solventi e diluenti le cui esalazioni sono estremamente nocive. Nonostante quel simpatico odore di nuovo delle nostre case appena costruite non si percepisca più dopo qualche settimana, questo non significa che l’azione inquinante scompaia. Anzi, molti materiali sintetici usati nei pavimenti in resine polimeriche oppure nelle superfici in laminato, con l’invecchiamento e l’usura cedono maggiormente le esalazioni inquinanti all’ambiente sotto forma di sostanze volatili. Ricordiamoci anche di amianto e formaldeide, sostanze da record per la loro tossicità usate tranquillamente per decenni, la cui pericolosità venne acclarata a danni ormai compiuti, e che in molti casi sono ancora presenti nelle nostre abitazioni.

VENTILAZIONE IMPOSSIBILE IN CASE SIGILLATE
Un altro dei tanti problemi che riguardano le nostre attuali abitazioni non naturali, è la condizione inquinante che prende il nome di casa “sigillata”. Si potrebbe erroneamente pensare che il ricambio d’aria nelle abitazioni avvenga solamente tramite le aperture, le porte e le finestre. Non è così. La casa è in realtà un grande polmone, e come tale dovrebbe respirare tramite ogni suo elemento per essere salubre e garantire un benefico microclima interno, anche d’inverno. Se gli indumenti sono considerati a ragione la seconda pelle dell’uomo, la casa è a tutti gli effetti la nostra terza pelle; troppo spesso però, nelle case contemporanee con pareti ricoperte di vernici e resine polimeriche, tetti impermeabilizzati con sostanze bituminose, questa traspirazione è impedita, a scapito della salute degli occupanti. Molte delle abitazioni attuali si possono paragonare a dei veri e propri sacchetti di plastica. Questo significa che tutte le particelle tossiche nell’abitazione tendono a ristagnare tra le pareti domestiche inquinando così l’aria. A ciò si aggiunge il pericolo derivante dal gas radon, un problema antico quanto l’abitazione, ma che oggi si è ulteriormente aggravato visto che molte case non traspirano e quindi gli abitanti lo respirano molto più che in passato.

VIVIAMO IN CASE SEMPRE MENO ACCOGLIENTI, MENO SALUBRI E NATURALI
Siamo sicuri di aver fatto una buona scelta abbandonando i materiali naturali rinunciando così a salute e bellezza? E in cambio di cosa l’abbiamo fatto? Se all’architettura togliamo la sua poesia cosa rimane? Viviamo in case sempre meno accoglienti e sempre meno salubri e naturali. C’è chi parla di case frigorifero, dimore eleganti, lussuose e brillanti, ma sempre più anonime, fredde, asettiche e stereotipate, sempre più simili a corsie di ospedali che ad ambienti accoglienti capaci di offrire calore domestico, serenità e protezione.

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LE CASE NATURALI
Nell’architettura naturale la casa respira insieme all’uomo, i materiali non minacciano la nostra salute, il benessere igrotermico e psicofisico sono impareggiabili e la qualità dell’abitare è maggiore. In un ambiente eccessivamente artificiale invece, l’uomo può solo adattarsi temporaneamente, a volte si può persino abituare a viverci, ma senza dubbio non sarà mai in quella condizione di felicità che è in ultima analisi lo scopo finale dell’architettura.

Fonti |
Laura Flavia Bottolo, “Nuova abitazione ecologica”,Edizioni GB, 2011
Maurizio Corrado, “L’architettura naturale – l’ecologia in casa”, Xenia, 2003
Lifegate.it

Alberto Grieco

Alberto Grieco Architetto

Frequentando una signora chiamata Storia, ha scoperto che l’architettura bio-eco-ecc. non ha inventato Nulla©, ed è per questo che perde ancora tempo sui libri. Architetto per vocazione; tira con l’arco, gira per boschi, suona e disegna per vivere. Lavora nel tempo libero per sopravvivere.