Carbon footprint indicatore di sostenibilità ambientale dei prodotti

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La valutazione dell’impatto ambientale dei prodotti è una pratica che ha preso piede da diversi anni in Europa, con a capo il Regno Unito, e che sta sviluppandosi anche in Italia. Sono sempre di più le aziende che vogliono dimostrare il loro interesse nei confronti dell’ambiente, scrivendo sulle confezione dei propri prodotti “etichette verdi”. Tra i molteplici parametri chepossono essere presi in considerazione, quello che forse più di tuttidefinisce l’impatto ambientale dei prodotti è l’impronta di carbonio.

L’impronta di carbonio, o più comunemente carbon footprint, definisce la quantità di CO2 immessa in atmosfera durante l’intero ciclo di vita del prodotto. E’ quindi un calcolo effettuato considerando la CO2 immessa in atmosfera per produrre, utilizzare e smaltire una unità funzionale del prodotto considerato.

Se ad esempio per unità funzionale si considera 1 kg di pasta, ecco che l’impronta di carbonio definisce la quantità di CO2e associata al suo ciclo di vita. Con un numero è quindi semplice rendersi conto dell’effettivo impatto ambientale del prodotto, dando la possibilità al cliente di scegliere quelli più ecologici, attraverso un semplice confronto numerico.

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Ma se la lettura del numero finale è così semplice, il procedimento di calcolo lo è un po’ meno.

Innanzitutto è chiaro che devono essere utilizzati degli standard ben definiti affinché il calcolo possa essere svolto in maniera trasparente, così che il risultato ottenuto possa essere usato per confrontare prodotti analoghi di diverse aziende.

Ma come in ogni storia che riguarda la standardizzazione, anche in questo caso esistono diversi testi a cui fare riferimento. Per citarne due, i più comuni, la PAS 2050 e il GHG Protocol, che in sostanza “dicono” le stesse cose, ma in modo diverso, come una sorta di bilinguismo tecnico.

Inoltre, si deve tener conto di ogni aspetto del processo produttivo, risorse utilizzate, la loro provenienza, allocare l’energia in maniera corretta, insomma un vero e proprio lavoro che può richiedere molto più tempo di quello che si può pensare...quanto? Beh, in genere diversi mesi, in funzione della complessità del processo produttivo e dell’accuratezza dei dati che si utilizzano.

Il tutto, come si è detto, per poter arrivare a dire che un determinato prodotto contribuisce ad emettere in atmosfera, nel corso della sua intera vita, “x” kg di CO2.

Secondo voi quant’è l’impronta di carbonio di 1 kg di pasta?