Architettura eolica: l’integrazione negli edifici contemporanei

Nell’evoluzione delle rinnovabili trova uno spazio sempre più ampio l’eolico, in cui la produzione di energia pulita ricavata dal vento trova declinazioni architettoniche via via più significative, anche se non ancora diffuse come il fotovoltaico o il solare termico. Sfruttando impianti principalmente di tipo minieolico o microeolico, a seconda delle dimensioni e della potenza prodotta, i primi con produzione inferiore ai 20 kW, i secondi fino a

200 kW, questi sistemi sono fortemente legati alle condizioni geografiche del contesto architettonico in cui si inseriscono, richiedendo come requisito fondamentale la presenza del vento, che dev’essere almeno di 2 m/s per gli aerogeneratori più piccoli, per una durata sufficiente nell’arco del medio periodo, sfruttando rotori ad asse orizzontale per impianti più grandi, ad asse verticale per gli impianti più piccoli (dimensione urbana).

REALIZZAZIONI

Passando da microgeneratori eolici posizionati su tetti o giardini di abitazioni unifamiliari, alle wind farm, l’architettura contemporanea offre esempi brillanti e significativi in questo senso, come il Bahrain World Trade Center negli Emirati Arabi, una costruzione di 2 torri affiancate a forma di vela in grado di convogliare l’aria nello spazio compreso tra le 2 torri, dove delle grandi pale convertono l’energia eolica delle correnti d’aria indotte in energia elettrica o il 10MW Tower di Dubai.

L’eolico diventa un elemento architettonico e fulcro dell’immagine del progetto nel COR Building di Miami, dove la pala eolica diventa l’elemento caratterizzante per la composizione di facciata,formando una sorta di pelle esterna in grado di favorire l’intensificarsi delle correnti ed in grado così di convogliare l’energia eolica.

Il principio progettuale inverso viene invece sviluppato nei progetti dello studio degli architetti Adrian Smith e Gordon Grill, in particolare nello sviluppo del grattacielo eolico senza impatto visivo per Chicago, il Clean Technology Tower, alla sommità del quale sono previste delle turbine eoliche coperte che sfruttano il vento per produrre energia elettrica fungendo anche da sistema di ventilazione interna utilizzando le differenze di pressioni indotte.

Un principio vicino, l’eolico “non visibile”, diviene l’elemento caratterizzante della Rotating Tower di Dubai, degli architetti Marco Sala, Fabio Bettazzi e David Fisher, la prima costruzione girevole in grado di ricavare energia dal suo stesso movimento.

Decisamente interessante è poi il progetto Eolica dello studio Fran Silvestre Arquitectos, come virtuosismo architettonico di integrazione di rinnovabili (termoelettrico, fotovoltaico, geotermico ed eolico). Integrazione che trova spazio anche in progetti di più ampio respiro, fino a scala urbanistica, come nella Treasure Island, piccola isola artificiale prevista nella baia di San Francisco, ad opera dello studio Skidmore Owings & Merrill PP, con strade orientate a 35° a sud–ovestper ottimizzare l’esposizione solare ed eolica, ideata per diventare un modello internazionale in termini di sostenibilità, o nel Pearl River Tower dello studio Skidmore, Owings & Merrill, il grattacielo “a vento” di Guanzhou, la nuova capitale economica cinese, prevede fori in facciata in grado di incanalare ed implementare il vento fino alle turbine, sarà inoltre dotato di pannelli solari termici, sistemi di raccolta dell’acqua piovana, dissipatori di calore.

Ma le rinnovabili, e l’eolico nello specifico, accolgono l’attenzione anche delle firme internazionali del design, come Rivolutionair, la turbina eolica ad asse verticale progettata da Philippe Starck per Pramac. O con le Power Floers, pale eoliche floreali, ideate dagli olandesi NL Architects, che, sfruttando i principi dell’eolico verticale, consentono la produzione di energia anche con venti di bassa intensità e possono pertanto essere applicati anche in ambito urbano.

Lisa Bortolotto

Lisa Bortolotto Architetto

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